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La Storia della Bestemmia: Un Viaggio tra Sacro e Profano

  • porcodionl666
  • 22 ott 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Le bestemmie non sono solo parolacce: sono atti di ribellione, dita medie alzate contro divinità e poteri che pretendono rispetto incondizionato.


Nella storia, chi bestemmiava sfidava non solo Dio, ma anche la società. Dai greci che temevano di essere fulminati, fino ai contadini italiani che maledicevano il cielo durante la raccolta, la bestemmia ha sempre avuto un posto d’onore tra le bocche di chi non si piega.


Quando Tutto Ebbe Inizio

Già nell’Antica Grecia, dare del bastardo a Zeus non era solo scortesia: poteva costarti l'esilio o peggio. La blasphemía era vista come una minaccia per l'ordine sociale, perché sfidava non solo gli dèi ma anche l'autorità stessa dello Stato. Non a caso Platone sosteneva che andava punita duramente per mantenere il controllo.


Con l’arrivo del Cristianesimo in Europa, la Chiesa fece delle bestemmie il nemico numero uno. Se oggi ti becchi una multa per un porco dio in Italia, nel Medioevo rischiavi di finire torturato o arso vivo, come Giordano Bruno, bruciato nel 1600 per essersi preso troppe libertà contro la religione. Già allora, bestemmiare significava gridare "libertà" contro un potere soffocante.

Giordano Bruno sul rogo
Giordano Bruno sul rogo

L’Italia e la Bestemmia: Una Lunga Storia d’Amore

Ah, l’Italia! Terra di santi, poeti e... bestemmiatori. Durante il Rinascimento, quando la Chiesa dominava ogni aspetto della vita, bestemmiare era una rivolta silenziosa del popolo.


In Toscana, durante le sanguinose faide tra Guelfi e Ghibellini, la bestemmia diventava quasi un’arma politica: mentre le fazioni si scannavano per il controllo delle città, il popolo trovava nel maledire il cielo un modo per sfogare la frustrazione verso una guerra infinita. Era un grido contro un potere che sembrava invincibile, sia quello ecclesiastico che quello imperiale.


Ma la Toscana non era l’unica regione dove la bestemmia prosperava. In Veneto, già dal 1500, le bestemmie erano così diffuse che la Serenissima Repubblica di Venezia introdusse multe salate per chi osava offendere Dio in pubblico. Ogni bestemmia costava oro sonante: 50 ducati se beccati sul fatto. Un tentativo fallito di mettere un freno a un’abitudine ormai radicata, perché per molti, specialmente tra i ceti popolari, le bestemmie erano una naturale reazione alle ingiustizie e all’oppressione sociale.

Persecuzione di un bestemmiatore

L'Età Moderna: La Bestemmia come Protesta

Con l'avvento dell'Illuminismo e la crescente separazione tra Stato e Chiesa, la bestemmia iniziò a perdere la sua connotazione di crimine mortale. Tuttavia, le leggi contro la blasfemia continuarono a essere applicate in molte parti del mondo.


In Francia, ad esempio, prima della Rivoluzione Francese, la bestemmia era ancora punita con pene corporali. La Rivoluzione portò però una nuova concezione di libertà, inclusa quella di espressione. Nel corso del XIX secolo, le bestemmie cominciarono a essere viste come un atto di ribellione contro l'autorità religiosa, un modo per sfidare il potere della Chiesa.


In Italia, il Risorgimento vide un’ondata di sentimenti anticlericali, e la bestemmia divenne uno strumento di espressione popolare contro l'influenza oppressiva della Chiesa. In questo periodo, il linguaggio blasfemo si diffuse tra le classi lavoratrici come un modo per esprimere la frustrazione verso un’istituzione percepita come lontana dai bisogni del popolo.

Il Novecento e Oltre: Libertà di Espressione e Repressione

Nel corso del XX secolo, le bestemmie hanno continuato a evolversi in relazione al contesto culturale. Durante i regimi totalitari in Europa, la religione fu spesso usata come strumento di controllo, e le bestemmie furono severamente represse. Tuttavia, con la fine della Seconda Guerra Mondiale e la crescita dei movimenti per i diritti civili e la libertà di espressione, il dibattito sulla bestemmia ha assunto nuove sfumature.


Negli Stati Uniti, ad esempio, la Corte Suprema ha affrontato più volte la questione della bestemmia, stabilendo che, nell'ambito della libertà di parola garantita dal Primo Emendamento, le espressioni offensive nei confronti della religione non possono essere automaticamente censurate. T


Tuttavia, ancora oggi, in molti paesi, come il Pakistan o l'Iran, le bestemmie sono considerate crimini punibili con la morte o lunghe pene detentive.

La Bestemmia Oggi: Tra Protesta e Tradizione

Se in molte altre parti del mondo bestemmiare è ancora un tabù, in Italia è diventato parte della tradizione culturale. Anche se oggi esistono multe per chi bestemmia in pubblico, le bestemmie sono così radicate nel linguaggio che raramente vengono punite.


E nei social media, questo dibattito continua: da una parte chi sostiene che la bestemmia sia una libertà di espressione, dall’altra chi ancora si sente offeso e richiede il rispetto per la religione.


Oggi come ieri, chi bestemmia spesso lo fa per sfogarsi contro un sistema che percepisce ingiusto. E così, la bestemmia continua a essere un atto di ribellione, un modo per dire “no” al potere divino e terreno che tenta di controllare anche il nostro linguaggio.

bestemmiatori al circolino


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